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Zone a rischio per gli addetti alle missioni umanitarie: Focus sull’Africa Occidentale

  • Autore: Bambini nel Deserto
  • Written: 03/21/2024

Un recente studio divulgato dall’organizzazione globale per la sicurezza delle ONG, noto come International NGO Safety Organisation (INSO), ha messo in luce una significativa preoccupazione per la sicurezza degli addetti alle missioni umanitarie, registrando nel corso dell’ultimo anno un totale di 60 incidenti di sequestro che hanno coinvolto 146 membri dello staff di varie ONG distribuite in 15 differenti nazioni.
Operare in regioni instabili, in particolare quelle soggette a conflitti, rappresenta una sfida costante per le ONG, che si adoperano per assistere le comunità più vulnerabili. Per contrastare questi pericoli, l’INSO si dedica all’analisi dettagliata di dati pertinenti al settore e fornisce supporto proattivo alle organizzazioni sul campo, includendo avvisi, incontri strategici e coordinamento in situazioni di emergenza.
Tra le varie minacce, i sequestri di personale emergono come i più frequenti. Nell’arco del 2023, l’INSO ha documentato 60 casi, interessando 146 individui in 15 paesi, mostrando una lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti. Interessante notare che quasi la metà di questi incidenti riguardava personale di ONG locali.
La regione del Sahel ha mostrato negli anni un incremento dei sequestri, con una situazione particolarmente critica negli anni 2021 e 2022. Tuttavia, nel 2023, si è assistito a una riduzione di tali episodi, attribuita più a una contrazione delle attività umanitarie che a un miglioramento delle condizioni di sicurezza.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) si distingue ancora come area particolarmente a rischio, con quasi un terzo dei sequestri segnalati. Molti di questi crimini sono motivati da fini di lucro, ma ci sono stati anche casi in cui membri del personale ONG sono stati presi di mira per rappresaglia o per influenzare l’opinione pubblica.
In particolare, gruppi come l’Islamic State West Africa Province (ISWAP) e Jama’atu Ahlis Sunna Lidda’adati wal-Jihad (JAS) in Nigeria e nei dintorni del Lago Ciad, hanno mostrato un’ostilità mirata verso le ONG. Anche in Camerun si sono verificati casi di sequestri mirati per influenzare o punire.
I dati mostrano che i gruppi armati sono i principali responsabili dei rapimenti, pur registrando un calo nel 2023. Per il futuro prossimo, si raccomanda attenzione particolare in cinque paesi, compresi Mali, Haiti, RDC, Camerun e Burkina Faso, identificati come zone ad alto rischio. Le ONG sono invitate a intensificare il monitoraggio e l’analisi di questi incidenti per rafforzare i piani di sicurezza e definire linee guida chiare per il personale nelle aree più pericolose. L’accesso al CHDC di INSO è promosso come risorsa fondamentale per basare decisioni informate e strategie di mitigazione del rischio.