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2023 annus horribilis per l’impegno umanitario

  • Autore: Bambini nel Deserto
  • Written: 01/12/2024

In tutto il mondo, le organizzazioni umanitarie stanno affrontando gravi difficoltà finanziarie in un momento di crescenti necessità. Nel corso del 2023, l’ONU ha fatto appello per una somma record di 51,5 miliardi di dollari per assistere 339 milioni di persone, un’istanza senza precedenti. Finora, soltanto il 38,6% del finanziamento richiesto è stato raccolto. Questo rappresenta il più ampio deficit di finanziamento mai affrontato dal sistema umanitario: tra il 2016 e il 2022, gli appelli delle Nazioni Unite hanno ricevuto in media solo il 58% dei fondi richiesti. Nonostante un costante aumento dei finanziamenti per le operazioni di soccorso delle Nazioni Unite nel periodo, l’anno scorso ha visto una diminuzione totale, passando da 30 miliardi di dollari nel 2022 a poco più di 21 miliardi di dollari nel 2023.

Il rapporto delle Nazioni Unite illustra in modo crudo il costo umano del deficit di finanziamento.
In Afghanistan, ad esempio, il numero di persone beneficiarie di aiuti alimentari è sceso da 13 a 3 milioni nel corso del 2023. Nella Repubblica Democratica del Congo, 600.000 bambini malnutriti sono privi di cure adeguate. La Somalia, devastata dai conflitti, è stata sull’orlo della carestia a causa della mancanza di fondi necessari, portando alla morte per fame di oltre 43.000 persone. Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha dovuto ridurre le razioni alimentari in molte regioni colpite dalla crisi in Yemen, Sud Sudan, Siria, Repubblica Democratica del Congo e altrove.

I conflitti rappresentano il principale motore dell’incremento delle necessità umanitarie. Non solo si sono verificati nuovi conflitti in Europa, Africa e Medio Oriente ma le guerre perdurano più a lungo, causando maggiori danni economici, danneggiando infrastrutture e richiedendo risposte di soccorso più lunghe e costose. Gli effetti della crisi climatica poi si uniscono a questa instabilità. Periodi di siccità nel Corno d’Africa e nel Sahel, uniti a inondazioni devastanti in Pakistan, Sud Sudan e Libia, hanno creato nuove emergenze e peggiorato ulteriormente le condizioni esistenti. Infatti il 70% delle guerre avviene in paesi fortemente colpiti dall’emergenza climatica.

L’eredità del Covid
Paesi con economie fragili, in Asia e Africa, affrontano difficoltà nel coprire i costi per la salute, l’istruzione e il benessere a causa di debiti aggiuntivi contratti durante la pandemia. Inoltre, l’aumento dei prezzi globali del carburante e degli alimenti, causato dalla guerra in Ucraina, mette a dura prova i bilanci pubblici. I bisogni umanitari globali sono destinati ad aumentare. Nel 1999, il sistema di assistenza umanitaria richiedeva finanziamenti per 1,7 miliardi di dollari; è previsto che entro il 2027 saranno necessari oltre 100 miliardi di dollari. Gli esperti si interrogano sulla possibilità che il sistema umanitario globale stia attraversando non solo una crisi finanziaria, ma anche una crisi strutturale.
La comunità umanitaria è divisa su come affrontare la nuova natura delle crisi umanitarie.
Alcuni sottolineano la necessità di “ritornare alle origini” e concentrarsi sul supporto a breve termine in situazioni di emergenza, mentre altri, alla luce della crisi climatica, insistono sulla necessità di maggiore lavoro di “resilienza” a lungo termine per affrontare le condizioni meteorologiche estreme.

Tuttavia, c’è un consenso generale sul fatto che il sistema debba subire cambiamenti.
Nel gennaio 2016, un comitato delle Nazioni Unite ha identificato la mancanza di trasparenza, l’inefficienza finanziaria e la difficoltà nel valutare l’impatto del lavoro come problemi chiave nel settore degli aiuti umanitari. Nonostante ciò, poco è stato fatto per risolvere tali questioni, e l’impegno a incrementare la percentuale di aiuti forniti alle organizzazioni umanitarie locali dallo 0,4% al 25% entro il 2020 non è stato rispettato.
Attualmente, solo il 3,3% degli aiuti è destinato alle ONG nazionali, nonostante gli studi dimostrino la loro maggiore economicità, agilità ed efficienza in alcuni contesti rispetto alle grandi agenzie internazionali.