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Bambini nel Deserto: con la FIF mettiamo le ridotte per una buona ragione

  • Autore: Nicola Grande
  • Written: 11/13/2023

Articolo nella sua impaginazione sfogliabile pubblicata dalla Federazione Italiana Fuoristrada
https://issuu.com/fif4x4/docs/fuoristrada_4x4-n44-novembre-2023

Nel mondo del fuoristrada, l’avventura va oltre la sfida dei terreni accidentati.
Per Luca Iotti, Fondatore e attuale Presidente della ONG Bambini nel Deserto ETS, la passione per il 4×4 è stata la molla che l’ha portato a creare l’Organizzazione Umanitaria che da oltre 20 anni lavora in contesti dove una adeguata mobilità off-road è necessaria per riuscire a raggiungere e sviluppare progetti umanitari di rilievo.
L’Organizzazione, con radici profonde nel cuore dell’Africa e nel deserto del Sahara, in due decenni ha sviluppato attività per comunità remote e vulnerabili in 18 Paesi africani.


L’idea di Bambini nel Deserto è nata dai viaggi di Luca in Africa, dai vasti paesaggi desertici che si aprono di fronte agli occhi di chi si avventura in queste terre selvagge. Tra dune sinuose e paesaggi lunari, ha scoperto la bellezza e la fragilità di questo ambiente e delle popolazioni che vi abitano.
Le spedizioni attraverso il Sahara, l’Algeria, la Tunisia, il Marocco, la Mauritania, il Ciad, il Mali, il Niger e il Burkina Faso hanno visto le squadre di Bambini nel Deserto a bordo di 4×4 solcare piste polverose che sembravano non avere fine, attraversando panorami incontaminati e incontrando nomadi che fanno di queste terre il loro casa.
Gli accampamenti nomadi – dice Luca Iotti – sono luoghi di meraviglia e bellezza, ma anche di sfida. Qui, le famiglie vivono una vita semplice, seguendo antichi ritmi a noi sconosciuti. Le visite di Bambini nel Deserto portano vestiti, scarpe e materiali didattici per i più piccoli e pozzi, scuole e ospedali per le comunità. Ogni incontro è un’occasione per uno scambio caloroso, per condividere storie e per accogliere i visitatori sotto tende ospitali. L’aroma del tè nero bollente riempie l’aria mentre le conversazioni si svolgono all’ombra delle tende, creando legami che superano le differenze culturali e linguistiche.
La missione di Bambini nel Deserto, però, va oltre i paesaggi desertici e gli incontri con nomadi. In Ciad, per esempio, ci siamo dovuti confrontare con la durezza di un campo profughi per bambini, un luogo di speranza e sfida. Qui, giovani vite sono state scosse dalla violenza e dalla durezza di una situazione molto critica, ma grazie al lavoro di una equipe formata da Bambini nel Deserto in collaborazione con altre agenzie delle Nazioni Unite, hanno ricevuto assistenza e la possibilità di ricongiungersi con i loro cari sui bordi del lago Ciad. Solo grazie alla dotazione di 4×4 messi a disposizione da IOM abbiamo potuto gestire la logistica di un tale movimento di persone
”.


Ogni viaggio è un test di resistenza per veicoli e conducenti, ma il desiderio di portare aiuto e speranza è il motore che li spinge avanti. Il piacere, talvolta, di “dover” superare un cordone di dune nel Ténéré è il benefit per il lavoro dei volontari di Bambini nel Deserto. E gli amanti della guida off-road conoscono bene le emozioni che solo la guida di un 4×4 possono trasmettere.
Così, l’eredità di Bambini nel Deserto è una storia di avventura, passione e devozione.
La passione per il fuoristrada e il mondo dei motori è intrinseca all’identità di Bambini nel Deserto. Nata a Modena, una città con una lunga storia nell’industria automobilistica, l’Organizzazione ha sempre riconosciuto il potenziale trasformativo di questa passione. La sinergia tra il mondo dei motori e la missione umanitaria di Bambini nel Deserto dimostra come la passione possa essere il motore del cambiamento positivo.

E questa passione per il fuoristrada si fonde naturalmente con il desiderio di aiutare direttamente e concretamente le persone raggiungendo luoghi dove altri non possono arrivare. Questo concetto non è estraneo neppure alle terre italiane, dove la flessibilità e la versatilità dei fuoristrada sono state dimostrate in situazioni di emergenza. Dai recenti terremoti alle alluvioni devastanti, le capacità dei 4×4 sono state vitali per raggiungere comunità isolate e fornire assistenza immediata.
Oggi, 23 anni dopo che le prime ruote tassellate hanno solcato la sabbia, l’Organizzazione accoglie con entusiasmo il patrocinio della Federazione Italiana Fuoristrada (FIF). Questa partnership promette di portare ancora più forza alla missione umanitaria dell’Organizzazione.
Ma Luca Iotti e il suo team vogliono fare di più. “Nel 2024 – dice – insieme alla FIF vogliamo realizzare nuovi progetti umanitari per dimostrare una volta di più come il mondo del fuoristrada possa mettere le “ridotte” per una buona causa. Sarà un’impresa che dimostrerà il potere della passione, dell’avventura e della solidarietà per migliorare il mondo in cui viviamo attraverso il coinvolgimento e la sensibilizzazione di tutti i club federati”.